Sono molteplici i nomi con cui può essere chiamato questo fenomeno: riscaldamento globale, siccità, cambiamento climatico o più semplicemente deserto che avanza. In ogni caso è una situazione che sta iniziando ad interessare il nostro paese, che ha visto il 2011 come uno dei periodi con maggiore siccità negli ultimi cinquant'anni e che ha costretto alcuni comuni ad apportare misure restrittive per quanto riguarda il consumo dell'acqua.
Qualche mese fa, un giornale locale della Emilia-Romagna, pubblicava in prima pagina l'allarme per l'intera regione e soprattutto metteva in guardia i cittadini sulle norme da seguire per cercare di ridimensionare l'uso dell'acqua. Le zone interessate erano e sono tutt'ora Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. Fino al 31 maggio di quest'anno, i cittadini dovranno osservare le precauzioni del caso per sprecare il meno possibile l'acqua che in questa zona si è vista drasticamente diminuire. La violazione di alcune delle regole imposte dalla protezione civile locale, le multe andranno da un minimo di 25 ad un massimo di 50 euro.
Quindi i problemi che fino a qualche tempo fa pensavamo fossero di terre lontane, sono quanto mai vicino a noi. E sembrano riguardare non solo l'Italia, ma anche alcun paesi come la Francia che in alcune regioni sta affrontando problemi che riguardano la scarsità d'acqua. Nella scorsa conferenza sul clima di Durban, sul tavolo si erano portati risultati alquanto drammatici delle condizioni che riguardano il surriscaldamento della terra e non solo il problema della siccità. Ma i provvedimenti in merito sono stati quasi nulli e di cerco la situazione non migliorerà, portando delle conseguenze anche sull'intera economia. Soprattutto se non si stabilisce un nuovo equilibrio nel rapporto tra l'uomo e la natura stessa, che negli ultimi anni è venuto a mancare.
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