Questo articolo è stato scritto da PV Compare
Le parole geotermia e fotovoltaico sono ormai entrate nel parlato comune, tuttavia la prima rimane di significato molto più oscuro della seconda. Forse per il minore impatto visivo, che di per sé dovrebbe essere un vantaggio invece che uno svantaggio, o forse per il fatto di non essere stata adeguatamente pubblicizzata, la geotermia é rimasta un po’ sconosciuta ai più finendo per essere spesso e volentieri dimenticata, non solo dai consumatori ma anche dal Governo.
L’Italia per le sue caratteristiche proprie si candida come un paese ideale non solo per il fotovoltaico ma anche per il geotermico. Infatti, se a livello geografico il nostro paese vanta una invidiabile esposizione solare tanto da garantire all’impianto fotovoltaico maggiore efficacia produttiva, allo stesso modo rappresenta una zona straordinaria dal punto di vista geologico e vulcanologico.
Pochi sanno infatti che a livello europeo l’Italia possiede una ricchezza geotermica seconda solo all’Islanda, dato questo che emerse al termine di una campagna di studi e trivellazioni eseguita da Eni ed Enel a partire dal 1976 e durata fino agli anni ’90, periodo nel quale si pensava come controbilanciare il crescente prezzo del petrolio utilizzando fonti energetiche di cui disponessimo in loco.
Oggi, con la stipula del Protocollo di Kyoto e con gli obbiettivi europei a raggiungersi per il 2010, l’Italia torna alla risalta per il suo essere un paese “geotermicamente caldo” che ben giustificherebbe una scommessa tecnologica e di ricerca unica al mondo.
Questo ovviamente a livello macro, ma anche a livello di risorse familiare, dopo le molte pressioni ricevute in tal senso a livello nazionale, la geotermia, ovvero quella parte di calore contenuto all’interno della terra e proveniente dal suo nucleo che possiamo sfruttare per produrre energia gratuita, diventa una risorsa finalmente parificata al fotovoltaico.
Il Governo infatti, dopo aver dimenticato di inserire la geotermia nel conto termico e nell’Eco-Bonus, ha rivisto questa linea strategica inserendo finalmente gli impianti a pompe di calore tra gli incentivi previsti nell’Eco-Bonus per la detraibilità fiscale del 65%.
Si apre dunque la strada per una parificazione tra le due fonti di energia rinnovabile di cui il nostro paese gode, ovvero quella solare e quella termica. La prima sfruttabile a livello individuale con gli impianti fotovoltaici residenziali e a livello macro con i campi fotovoltaici; la seconda usufruibile a livello residenziale con gli impianti a pompe di calore mentre a livello macro praticamente non sfruttata e di cui abbiamo un riscontro visivo in Toscana nei campi geotermici di Larderello ai quali si aggiungono i campi Flegrei in Campania, il Tirreno meridionale e il canale di Sicilia – questi ultimi praticamente sconosciuti ai più.
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