Abbiamo sentito parlare del protocollo di Kyoto negli ultimi tempi, sia in relazione alle notizie riguardanti i risultati per la produzione di energia solare in Italia, sia per quanto riguardava la conferenza di Durban di qualche mese fa. Bisogna adesso fare chiarezza sulla sua funzione e sui suoi obiettivi.
Il protocollo di Kyoto è un tratta in materia di riscaldamento ambientale, che venne sottoscritta da 160 nel 1997 durante la Conferenza delle parti sul clima, ovvero i paesi industrializzati che hanno aderito alla Convenzione Quadro. Ma il tratta entrò in vigore soltanto nel 2005, quando si ebbe l'adesione del 55% degli stati che avevano stipulato qualche anno prima l'accordo. L'obiettivo fondamentale che si pone il protocollo e i paesi aderenti è quello di ridurre le emissioni di CO2 o comunque di tutti quei gas che sono la causa dell'effetto serra in una percentuale che viene stabilita da ciascun paese. Viene preso come punto di riferimento le emissioni relative al 1990, considerato anno base, da rapportare inizialmente al periodo 2008-2012. Ciò che caratterizza il protocollo è una serie di meccanismi flessibili, cioè quei meccanismi che tendono a massimizzare le riduzioni a parità di investimento. Infatti una delle parti più importanti del protocollo riguarda l'utilizzo da parte dei paesi aderenti di questi meccanismi attraverso i quali acquisire crediti di emissioni: Clean Development Mechanism, Joint Implementation e Emission Trading. L'Unione Europea ha stabilito una soglia di riduzione dell'8%, mentre l'Italia si è impeganta per un 6,5%. Da questi accordi risultano fuori alcuni tra i paesi più industrializzati del pianeta, tra cui gli USA che non hanno firmato gli accordi per paura di intaccare la propria economia, così come l'Australia.
Nell'ultima conferenza di Durban c'è stata una modifica all'intero protocollo, che vede nuovi obiettivi da raggiungere nel 2020. Modifica che si è ritenuta necessaria soprattutto dopo la rilevazione dei dati che non sono stati del tutto confortanti. Infatti le emissioni di gas inquinanti sono in continuo aumento, nonostante risultati positivi che si possono registrare in alcuni paesi. Ma i singoli casi non riescono a migliorare l'intera situazione globale, soprattutto quando paesi come gli USA e la Cina e da qualche mese anche il Canada, che sono i maggiori produttori di CO2, non hanno firmato il protocollo.
1 commenti:
molto interessante l'articolo, ho trovato un video che spiega nel dettaglio il protocollo e altro, dagli un'occhiata
http://www.uninettuno.tv/Video.aspx?v=457
ciao
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