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12/12/12

Legambiente, storia e attività



Legambiente è una delle associazioni italiane tra le più attive sul nostro territorio. Dal 1980 ha iniziato la sua attività, inizialmente nell'ambito delle ARCI e solo a partire dagli anni '90 è diventata autonoma, prendendo l'attuale nome di Legambiente
Associazione senza scopi di lucro, Legambiente si occupa non solo di ambiente e di natura, ma anche della salvaguardia del territorio, del patrimonio artistico e culturale e della salute collettiva. Anche se ciò che la contraddistingue da sempre rispetto alle altre organizzazioni è la particolare attenzione verso l'ambientalismo scientifico, più in generale delle sviluppo tecnologico e della ricerca.

Legambiente si pone come ideale l'azione del cambiamento che parte da una maggiore sensibilizzazione del genere umano, nei suoi aspetti più importanti. Tutto ciò si trasforma in una visione positiva ed ambiziosa del futuro, in cui è sempre l'uomo protagonista di un mondo più equo e migliore. Per giungere poi alla loro missione, quella di essere un movimento politico-culturale in cui i cittadini si uniscono e si organizzazioni per cercare di cambiare il mondo

Tra i tanti valori, Legambiente ha da sempre inserito:
ambientalismo scientifico
  • sostenibilità ambientale
  • solidarietà, cooperazione, equità sociale
  • qualità dei territori
  • bene comune
  • partecipazione democratica
  • autonomia e dialogo
  • conoscenza libera, consapevole, diffusa
  • rispetto della diversità.

Nella lunga storia di Legambiente, si possono annoverare la lotta contro le centrali nucleari inseguito al disastro di Cernobyl, la Goletta Verde, un viaggio lungo le coste italiane da Genova a Trieste in cui si verificavano lo stato delle zone balneari, la lotta alle ecomafie e il campionato solare a partire dal 2010.

11/07/12

Green economy, soluzioni italiane




Alcuni la considerano una risposta italiana alla conferenza di Rio, altri invece preferiscono vederla come un'iniziativa a sé, lontana dal fallimento dell'incontro brasiliano del mese scorso. In ogni caso, gli Stati Generali della Green Economy sembrano essere una svolta all'interno del campo delle iniziative sulla sostenibilità, che in questo caso vuole partire dall'Italia per essere poi un punto fondamentale anche a livello internazionale.

Gli Stati Generali sono composti e supportati da 39 categorie, che fanno riferimento ad alcuni settori, tra i quali il riciclo dei rifiuti, agricoltura, servizi ambientali e rinnovabili. Gli Stati si riuniranno insieme nel novembre prossimo a Rimini, nello specifico il 7 e l'8, mentre la fase di preparazione al meeting è già in corso. Infatti dal 3 luglio fino al 25 settembre si terranno vari gruppi di lavoro, su specifiche tematiche che saranno esposte nell'incontro finale di novembre.
I gruppi di lavoro sono così divisi:
  • eco-innovazione
  • eco-efficienza delle rinnovabili e del riciclo
  • risparmio energetico
  • fonti rinnovabili
  • servizi ambientali
  • mobilità sostenibile
  • filiere agricole
  • sviluppo di una finanza e di un credito sostenibili per la green economy.
L'obiettivo principale sarà quello di trovare la via italiana alla green economy. Vista in una doppia accezione: da una parte dell'ambientale, da preservare il più possibile e da sfruttare al tempo stesso nei limiti della natura, e dall'altra la via più prettamente economica, in cui una nuova economia green possa essere vista come un punto di rilancio per l'economia italiana in tempo di crisi. 

06/07/12

Spiagge e speculazioni



In tempi di vacanza bisogna fare i conti non solo col divertimento, ma anche sulla speculazione e su come difendersi dalle truffe in spiaggia. Infatti quest'ultimo è un fenomeno che negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede, emergendo come un'anomalia quasi ed esclusivamente italiana.

Tra le truffe più ricorrenti ci sono sicuramente le spiagge privatizzate, che portano i bagnati a pagare decine e decine d'euro per poter usufruire di una giornata di mare in pieno relax. Il tutto inseguito ad una chiara non applicazione della legge che stabiliva l'accesso gratuito in tutti gli stabilimenti balneari. Ciò ha portato ad all'aumento dell'enorme speculazione intorno agli stabilimenti balneari. In particolare questo ha provato una cementificazione delle spiagge stesse e quindi una deturpazione del paesaggio balneare.

A questo proposito c'è stata una movimentazione di massa da parte di numerose associazioni ambientaliste e da parte di alcuni esponenti politici, che hanno raccolto addirittura le firme necessaria per un referendum che probabilmente si terrà in primavera. Ma la mobilitazione va avanti anche sul web, con le varie segnalazioni e con la creazione di un manuale online per evitare le truffe, soprattutto in questo periodo dell'anno.

29/06/12

Media e sensibilità ambientale



Purtroppo la conferenza di Rio+20 non ha avuto i risultati che si sperava, sia a livello di decisioni, si a livello mediato. Infatti l'evento non ha avuto la risonanza che avrebbe di certo meritato. 

A tal proposito si sono fatti sentire alcuni giornalisti italiani che si occupano di queste tematiche con un appello rivolto ai grandi media italiani e non solo.
Il messaggio che hanno voluto mandare è quello di una maggiore consapevolezza che i cittadini devono avere delle problematiche a livello ambientale e che hanno riguardato e continuano a riguardare il nostro paese. 
Si era parlato nei mesi scorsi del pericolo che corre il nostro paese, soprattutto inseguito agli episodi di alluvioni e di altre catastrofi. Ma tutto si è fermato lì. Dai telegiornali nazionali, nell'ora di massima visione non se ne parla più, tanto meno a livello mondiale. Sono state poche, infatti, le TV o giornali che hanno trattato della conferenza di Rio+20, nonostante la portata mondiale dell'evento.

Certo se questi temi non vengono trattati su scala mondiale, difficilmente si potrà pretendere che vengano trattati in ambito locale.
Quindi ciò a cui fanno appello questo giornalisti, rivolgendosi ai grandi dell'editoria e del giornalismo, cercando soprattutto di uscire da quella retorica dell'emergenza che rischia di diventare quasi banale e di puntare all'informazione, piuttosto che al numero di spettatori o di lettori. Ovviamente esistono numerosi esperti del settore che si occupano anche di rinnovare queste informazioni, ma sembrano essere sempre troppo pochi e per questo bisogna fare molto di più.



23/06/12

Rio+20, un altro fallimento?





Erano 20 anni che il Brasile aspettava questo nuovo summit sullo sviluppo sostenibile, alla fine c'è stato, ma non ha risposto alle aspettative di molti. Infatti, dopo Durban, anche Rio+20 sembra essersi rivelato un nuovo fallimento per quanto riguarda la gestione degli Stati riguardanti ambiente e sviluppo.

Non c'è stato bisogno di aspettare la conclusione dell'incontro tra i rappresentanti dei vari paesi e le associazioni ambientaliste, che già quest'ultime nei giorni scorsi avevano proclamato il fallimento del summit. Nella conferenza precedente all'inizio dei lavori e dedicata alla stesura degli obiettivi di cui discutere, non ci sono stati né obiettivi e né impegni da dover rispettare. Ciò che è uscito fuori da una settimana di discussioni è stato soltanto la stesura di alcuni buoni consigli che i grandi della Terra hanno voluto evidenziare per poter continuare a credere in uno sviluppo sostenibile. Ma questo e niente più, nulla di concreto e nulla di nuovo. 


A Rio erano presenti circa 200 tra associazioni ambientaliste e organizzazioni sociali, che contavano circa 30mila persone che hanno manifestato contro il fallimento, dando vita ad un controsummit chiamato la Cupola dei popoli che ha cercato di presentare un testo alternativo a quello discusso dai vari paesi. Un modo per cercare di recuperare ad un totale disastro, tanto da aver portato molti a denominare la conferenza Rio-20.

21/06/12

Green Italy e una nuova possibilità



La crisi c'è, inutile nasconderlo. E sono sempre più frequenti le ricette che ci vengono dall'alto delle nostre istituzioni per cercare di combatterla o quanto meno arginarla. Addirittura un parlamentare, Ermete Realacci, ha scritto un libro su come fronteggiare la crisi, ma non ci da un consiglio come tutti gli altri. Cerca di puntare l'attenzione su quel settore che spesso e volentieri viene sottovalutato e di cui se ne nascondono le potenzialità, ovvero economia green.

Il libro in questione si chiama Green Italy, così l'Italia ce la farà, edito da Chiarelettere. Un manuale per uscire dalla crisi, di quelli che se ne vedono tanti. Ma in questo caso la parola nuova è appunto green. Puntare sull'economia green per ripartire di nuovo, per dare un nuovo slancio all'economia e per dare anche nuove possibilità ai giovani in un nuovo mercato del lavoro. Il motto più frequente all'interno del libro è "ce la possiamo fare", un invito che viene rivolto a tutti, soprattutto a chi vuole accettare nuove sfide in un periodo alquanto difficile.

Il libro tratta di quei nuovo mestieri che posso nascere all'interno della green economy e che possono fare la differenza oppure di perfezionarne di altri. Si parte dalla chimica verde, che già in Italia ha visto il suo sviluppo, ma non la loro piena affermazione. E poi tante piccole opere sostenibili che si vorrà allargare anche su scala nazionale, come l'utilizzo delle illuminazioni a LED e soprattutto il riciclo anche come fonte di energie.

Soprattutto ciò su cui vuole puntare l'attenzione Realacci, è la consapevolezza  e la motivazione che cittadini dovranno avere nella green economy come punto di partenza per uscire dalla crisi. Infatti il libro è rivolto a tutti coloro che proprio in questo periodo stanno cercando lavoro, per capire cosa le aziende stanno cercando e soprattutto capire perché quello dell'Italia, potrebbe essere un modello anche a livello internazionale.

16/06/12

L'Israele verde e il KKL



Sembra quasi impossibile a credersi, ma uno dei territori che più al mondo vive continuamente sotto i riflettori dei conflitti armati, è al tempo stesso uno dei territori più incontaminati e più verdi della terra. Stiamo parlando di Israele e il KKL, acronimo di Keren Kayemerh Leisrael, è l'organizzazione che da anni cerca di mantenere intatto questo bene dell'umanità. 

Era il 1901 e il KKL inizio la sua attività per cercare di mantenere incontaminato o quasi il territorio di Israele, o almeno cercare di contrastare l'avanzata del deserto che col passare degli anni si sarebbe intensificata in tutto il mondo. Il KKL, grazie all'aiuto di fondi provenienti da tutto il mondo, ha cercato di svolgere la sua attività sul riciclo e recupero  delle acque piovane e sulla piantagione di nuovi alberi. Quest'ultima è collegata al numero di abitanti, infatti l'organizzazione vuole puntare ad avere un alberto per ogni abitante. Una specie di suffragio universale ambientalista.
160.000 ettari di coltivazioni e foreste, 1000 parchi naturali, 260.000 metri cubi di acqua che mediamente vengono recuperati annualmente, 200.000 alberi piantati inseguito alla bonifica delle terre. 
Questi sono i dati che si hanno fino ad ora , ma anche gli obiettivi che si è prefissata per il futuro sono ambiziosi. Oltre ad un albero per ogni abitanti, l'organizzazione punta ancora più in altro: allargare i propri orizzonti e insediare l'uomo nel famoso deserto del Negev.

Il progetto che da un secolo porta avanti il KKL, ha fatto si che esso diventasse la più antica organizzazione ambientalista. Un'idea innovativa quella che si era proposta agli inizi del '900 e che ancora non sembra essere realizzata pienamente. Israele è al giorno d'oggi uno dei territori più verdi del terra, che cerca di far fronte alle necessità del nuovo millennio attraverso i suoi stessi strumenti e attraverso gli aiuti che riesce ad attenere e senza i quali tutto ciò non sarebbe stato possibile. 

15/06/12

V Conto Energia, luci e ombre



Il Conto Energia è quel decreto ministeriale, che servirà ad incentivare, per imprese ed enti pubblici, l'installazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica. Avviato nel 2006, il decreto quest'anno è arrivo alla sua quinta modifica, attraverso il dialogo tra Stato e Regioni. Ma a qualche giorno dalla sua divulgazione, persistono alcuni dubbi sulla sua attuazione.

  • Cosa comporta il V Conto Energia?
Nei 19 articoli del decreto vengono stabiliti dei tagli alle incentivazioni, con adeguamento alle normative europee e che in Italia, essendo al di sopra, avevo portato ad un boom dell'installazione di di impianti. La conseguenza di ciò è ricaduta sui cittadini, che hanno avuto un aumento sulla loro bolletta. 
Novità rispetto al passato, sono i registri ai quali bisognerà registrare tutti gli impianti fotovoltaici, anche quelli più piccoli. In questo modo lo Stato avrebbe controllerebbe la situazione attraverso delle aste, con una distribuzione più equa degli incentivi.

  • Errori e contestazione.
L'emanazione del decreto ha visto l'opposizione di numerose associazione, tra cui anche Legambiente, che chiedono maggiore chiarezza su alcuni punti. Molti hanno focalizzato l'attenzione sul ritardo del decreto, che sarebbe dovuto uscire un anno e mezzo fa e che ha visto il susseguirsi di numerose bozze che non hanno fatto altro che bloccare i prestiti di alcune banche, e sulla sua data di attuazione: prima luglio, poi ottobre, infine il 2013.
Non piace la soglia che viene imposta per la registrazione degli impianti fotovoltaici, le tariffe ridotte e la restrizione dei limiti di spesa. Le associazioni non sono state d'accordo sulla loro esclusione al banco delle discussioni, in quanto quest'ultime avrebbe preferito un'autoregolamentazione, piuttosto che l'attuazione dei registri.
Il punto su cui molti si battono è, quello anche più grave, dell'eliminazione dell'incentivo/premio per la rimozione dell'eternit dalle coperture; ci sarà l'obbligo di toglierlo ma non senza incentivi.

07/06/12

Rio+20, cosa sarà




Dopo Durban 2011, molte questioni sono state rimandate alla conferenza di Rio+20, che si terrà dal 20 al 22 giugno in Brasile. Il tutto avverrà a distanza di 20 anni esatti dal primo vertice mondiale dell'UNCED (United Nations Conference on Environment and Developmen) del 1992.

Il vertice di RIo+20 avrà al centro delle discussioni due importanti tematiche:
  • Economia verde all'interno di uno sviluppo sostenibile come mezzo per ridurre la povertà, strumento che molti Stati hanno adottato negli ultimi tempi per far fronte non solo alla crisi economica, ma anche per cercare di avere effetti positivi sulle fasce della società meno abbienti;
  • Riforma della governance internazionale che si occupa di ambiente, apportando delle modifiche al quadro istituzionale per un miglioramento unitario delle politiche ambientali.
La preparazione dell'evento è iniziata già nel 2010 con un primo incontro a New York tra gli Stati aderenti, in cui si sono stabiliti alcuni aspetti fondamentali, quali il raggiungimento degli obiettivi e il miglioramento della situazione normativa. Un secondo incontro è avvenuto nel 2011, sempre a New York con lo scopo di approfondire le tematiche e stilare un documento finale per la conferenza. Un terzo incontro si terrà nei giorni immediatamente precedenti all'inizio dell'evento, con lo scopo di rifinire i dettagli finali.

Anche l'Italia si sta preparando all'evento, con alcune iniziative di fondamentale importanza incentrati sulla partecipazione civile alle tematiche dell'ambiente. Tali iniziative sono state il Forum della Società Civile, con la presentazione della conferenza di Rio+20 e la creazione di una banca dati in cui sono stati inserite tutte le esperienza della società per quanto riguarda il binomio sviluppo sostenibile e riduzione della povertà.

Ciò su cui si basa la conferenza di Rio+20 è una lunga serie di dichiarazioni che negli ultimi anni sono state firmate da numerosi paesi, che hanno avuto lo scopo di promuovere lo sviluppo sostenibile a livello nazionale. Infatti tema fondamentale dell'imminente vertice mondiale sarà proprio quello di promuovere una sostenibilità globale e ambientale che possa portare ad una nuova consapevolezza  in particolare della società civile. Proprio su quest'ultimo fondamentale soggetto che si vorrà incentrare l'intero vertice. Un nuovo modo di rafforzare l'impegno dei singoli Stati, non solo a livello di  ambientale, ma anche di politica, di economia e qualsiasi strato della società.

03/06/12

Renault Twizy




Troppa poca autonomia, troppo poco potenti e con tempi di ricarica troppo lunghi. Sono alcuni tra i più diffusi luoghi comuni riguardanti le auto elettriche, su cui la francese Renault sta puntando molto con ben quattro modelli identificati dalla sigla "ZE".

Uno di questi modelli, la Twizy, compatta city car, è oggetto di una prova: Renault da infatti la possibilità di utilizzare l'auto elettrica per 24 ore, in modo da sperimentare sulla propria pelle i pregi (e difetti) dell'auto.
Renault Twizy garantisce fino a 100km di autonomia ottenibili con una ricarica di poco più di tre ore, e si divide in due versioni, Twizy 45 e Twizy 80, il cui numero nel nome indica la velocità massima raggiunta dal modello.


Per prenotare la grande prova, disponibile fino al 31 luglio, basta andare al link a fondo articolo e inserire il proprio numero, per essere immediatamente richiamati da Renault per scegliere concessionaria e giorno della prova.

Tecnospiagge in Italia



Sono state presentate lo scorso 31 maggio sulla riviera romagnole le prime tecnospiagge. Un nuovo modo di vivere le spiagge e anche le vacanze con un progetto che è stato portato avanti da Telecom e dall'UMPI, quest'ultima da anni si occupa di creare sistemi intelligenti per quanto riguarda l'elettronica e non solo.

Questo nuovo tipo di spiagge sono essenzialmente caratterizzate dall'utilizzo delle rete wi-fi e dalla possibilità di poter stare sotto degli ombrelloni che dotati di un sistema fotovoltaico, permettono di produrre un minimo di energia pulita, dando anche un'importante mano all'ambiente. Sempre a questo proposito sono disponibili delle aree in cui si possono ricaricare le bici elettriche o i motorini.
E poi il tutto è rigorosamente telecomandato, dalla videosorveglianza, alla gestione degli ombrelloni. Inoltre si anche la possibilità di mandare cartoline e foto elettroniche, attraverso dei totem elettronici.

Le tecnospiagge sono una novità assoluta per il nostro paese, che si trova un passo indietro rispetto agli altri paesi per quanto riguarda la multimedialità e i servizi interattivi nella quotidianità. Fattore questo, su cui si vuole puntare per attirare soprattutto i turisti stranieri.

31/05/12

Isole minori e rinnovabili



Utilizzare la posizione e le risorse delle isole minori attraverso le energie rinnovabili, cercando di non intaccare la fisionomia del paesaggio stesso. L'idea è partita da un concorso istituito da Marevico, GSE (Gestore servizi energetici), Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), i Ministeri dei Beni Culturali e dell'Ambiente in collaborazione con l'università La Sapienza ed è sembrata subito un immediato successo. Sono stati numerosi e innovativi i progetti presentati e che hanno riguardato alcune delle isole più famose e più belle d'Italia.

L'energia che si vuole utilizzare è ovviamente quella del sole, del mare e del suo moto ondoso e del vento. E isole come Pantelleria, del Giglio, Palmaria e dello Stagnone di Marsala sono state oggetto dei progetti che sono arrivati ai primi posti al concorso. Idee che riguardano l'installazione di torri per l'eolico, strutture alimentate con l'energia proveniente dal mare, mulini innovati e pontili elettrici.

Lo scopo del concorso è stato quello di focalizzarsi su quei territori e quei paesaggi che per la loro posizione possono essere considerati fondamentali per uno sviluppo sostenibile. In particolare alcune delle isole italiane più belle e più caratteristiche che per la loro posizione e la difficoltà di collegamenti, posso rappresentare lo scenario migliore per l'attuazione di progetti in materia di rinnovabili e di strutture sostenibili. La caratteristica fondamentale del concorso è stata quella di saper abbinare lo sviluppo sostenibile, con l'introduzione di particolari strutture, ad un paesaggio che non deve essere intaccato nella sua bellezza. Le isole infatti, patrimonio artistico e naturalistico dell'Italia, hanno rappresentato da sempre un punto di forza fondamentale per il turismo e devono continuare ad esserlo.

29/05/12

Discoteche sostenibili e Green Night



Dopo il cinema, i trasporti in città e tante altre iniziative ecco che spuntano anche le discoteche green o discoteche sostenibili. Un provvedimento che si è reso necessario in seguito ai dati che hanno stabilito il consumo di circa 45mila tonnellate di CO2, prodotto nelle serate del divertimento.

L'iniziativa è partita da alcune discoteche del centro Italia, con lo scopo di utilizzare e riutilizzare tutto ciò che può essere prodotto durante le serate del divertimento, anziché inquinare soltanto. Il progetto è stato avviato due anni fa e quest'anno ha trovato l'adesione di numerose discoteche della zona.
Quello che si propone di fare Green Night, il nome dell'idea, sono piccole iniziative che posso essere facilmente rispettate da tutti. Si parte dall'utilizzo di mezzi a basso consumo energetico, mezzi pubblici o biciclette e chi ne usufruisce avrà anche uno sconto sulla consumazione della serata. Si utilizzeranno bicchieri biodegradabili e riciclabili e di conseguenza si effettuerà la raccolta differenziata. Inoltre si cercherà di trarre energia in tutti i modi possibile. Ad esempio dalle cucine con un sistema chiamato Ecogriglia, che trae energia dal calore prodotto nelle cucine e dalle piste da ballo, che potranno accumulare l'energia cinetica prodotta dai clienti.

Questi metodi, se sono innovativi per l'Italia e anche per l'Europa, sono già in uno da qualche anno in America. Già dal 2004 in California e in altre cittadine americane sono presenti locali sostenibili, in cui si possono ottenere riduzioni sulla consumazione se si riutilizza lo stesso bicchiere o addirittura l'impianto del dj, costruito con materiali in legno e l'utilizzo dell'acqua piovana per produrre energia.

27/05/12

L'Italia e l'amianto.



Legambiente inizia ad avere sempre più un ruolo di primo piano nella lotta che da anni l'Italia cerca di combattere contro l'amianto. Oramai è una storia lunga a cui di tanto in tanto si aggiunge un nuovo tassello. 

Una legge in Italia esiste e risale al '92, in cui si stabiliva il divieto di utilizzare l'amianto e la possibilità di poter effettuare una bonifica delle strutture e poter procedere quindi all'eliminazione e alla sostituzione con altri materiali. 
A vent'anni dall'introduzione di tale legge, le cose sembrano essere rimaste pressoché uguali. Molte regioni ancora non hanno effettuato il censimento e di conseguenze tutto l'iter successivo. Legambiente nel suo ultimo rapporto testimonia come molte amministrazioni siano in forte ritardo per quanto riguarda la bonifica del territorio, ma alcune non sono stati avviati questi piani di smantellamento dell'amianto. Ancora oggi in molti città si trovano quindi strutture che contengono amianto e soprattutto si continuano a registrare casi di decessi dovuto ai tumori provati dall'amianto. 
Una delle note maggiormente positive degli ultimi anni è stata sicuramente la sentenza del Tribunale di Torino, che circa un anno fa ha dichiarato colpevoli i responsabili della multinazionale che aveva fatto numerose vittime a causa dell'amianto e che avevano dato vita al più grane processo sull'amianto che sia mai stato fatto in Italia.

L'amianto rappresenta, secondo una definizione di Legambiente, un killer silenzioso e spietato che negli anni ha fatto molte vittime nel mondo del lavoro e non solo. Ma ha anche colpito l'ambiente e continua a farlo tutt'oggi. Si erano avanzate proposte di provvedimenti, che permettevano la sostituzione dei tetti ancora in eternit con i pannelli fotovoltaici e con un conseguente incentivo per la produzione di energia. Ma anche questo sembra essere un processo sempre più lungo e sempre più incerto.

23/05/12

Centrali sottomarine e futuro energetico



Affidare il nostro futuro energetico alle centrali sottomarine non sembra essere più un'utopia. Infatti, quest'idea si concretizzando sempre di più e sembra essere l'idea di punta per i prossimi anni per quanto riguarda la produzione di energia rinnovabile. Il prototipo sarà presentato entro quest'anno.

Il progetto delle centrali sottomarine, nasce dagli ingegneri americani della Lockheed Martin, che intendono ricavare energia dal calore degli oceani, che attiveranno le turbine delle centrali termoelettriche che dovranno essere posizionate nei fondali marini. Significherebbe quindi posizionare dei tunnel, considerati come delle gallerie, per oltre un chilometro di profondità. Un idea semplice, quanto complessa, ma realizzabile nei prossimi anni. 
Si è già ala lavoro per la creazione di questo tubo speciale, che dovrebbe avere caratteristiche tali da permettere solo il filtraggio dell'acqua, lasciando intatte le specie animali che vivono nelle acque dell'oceano. Stando alle prime parole degli ingegneri, le dimensioni del tubi si aggireranno intorno ai 10 metri per quanto riguarda il diametro e il chilometro per quanto riguarda invece la profondità. Tale struttura costringerà gli addetti ai lavori a costruirlo direttamente sul posto, data l'impossibilità di trasportarlo. 

Questa idea delle centrali sottomarine rappresenta una delle tante idee innovative che riguardano l'utilizzo e lo sfruttamento degli oceani come fonte di produzione di energia, sia come potenzialità e sia come disponibilità. Negli ultimi anni si sfruttano le maree, le correnti e le onde marine. Spesso viene anche utilizzata l'energia recuperata per osmosi nel momento in cui l'acqua dolce dei fiumi incontra quella salata dei mari. Fondamentale in tutto questo processo, su cui l'UE punta la maggiore produzione di energia nei prossimi anni, è sicuramente l'apporto tecnologico, che ora come non mai deve essere sviluppato al massimo.

21/05/12

Rigenerazione sostenibile per le città



Anche le case e le città hanno una scadenza. A lungo termine ovviamente, ma hanno comunque un punto di arrivo, che può essere sempre più breve se non si corre ai ripari di quello che già c'è e soprattutto del nuovo. Rigenerare il vecchio e il nuovo verso un indirizzo sostenibile

Cosa bisogna fare? Partire dalle nostre città, renderle il più possibile sostenibili e al massimo compatibili con l'ambiente. Condizione che si è resa necessaria soprattutto negli ultimi tempi, viste le condizioni che secondo alcuni sarebbero non molto ottimali per un paese come l'Italia. Ancora esistono delle lacune in termini di riciclo di rifiuti, di distribuzione dei finanziamenti e i conseguenti interventi governativi in materia  di ambiente e di energie rinnovabili. Si lavorerà poi anche sulle singole case, che secondo alcuni rappresentano una grande fonte di dispersione di energie

Chi lo farà? CNAPPC (COnsiglio nazionale architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori) e l'ANCE (Associazione nazionale costruttori edili), che fa riferimento a Legambiente, hanno dato via a questo progetto. Un'idea che dovrà essere concretizzato nei prossimi anni, nei prossimi 3 anni per l'esattezza. Ciò significherebbe dare un segnale forte e di riqualificazione di tutte quelle risorse che il Paese ha e che non sembrano essere pienamente utilizzare. 
A ciò si arriverebbe anche grazie ad una nuova politica rivolta alla consapevolezza da parte dei cittadini, da cui dovrebbe partire questo progetto. Un metodo di coinvolgimento molto semplice e innovativo, in linea con i tempi. Un app per smartphone che permetterà al singolo cittadino di controllare lo stato di sostenibilità della propria casa.

20/05/12

Eco-patente e il suo successo



Per chi è un sostenitore dell'ambiente e cerca di aiutarlo come può, adesso c'è anche un riconoscimento ufficiale. Si tratta dell'eco-patente, che quest'anno è arrivata al suo terzo anno di vita e sta riscuotendo un enorme successo. 

L'eco-patente consiste in un riconoscimento che indica il grado personale di consapevolezza riguardo alcune tematiche ambientali e che  viene rilasciato nel momento in cui si consegue la patente di guida. 
Il progetto è nato infatti da un'iniziativa incrociata tra Legambiente e Confedertaai (Confederazione titolari autoscuole agenzie d’Italia), con lo scopo di insegnare ai giovani un utilizzo più consapevole dell'auto, rispettando l'ambiente e consumando meno energia. Il progetto è stato anche supportato dai vari Ministeri, dell'Ambiente, delle Infrastrutture e della Gioventù.
Questa speciale patente si consegue durante la normale patente di guida, attraverso alcune lezioni mirate sull'ambiente e che saranno poi esaminate attraverso un test valutativo. All'interno delle lezioni si cerca di impartire le migliori tecniche per ottimizzare al massimo il consumo di carburante e i migliori dispositivi che aiutano a farlo.

Fino ad oggi sono molte le autoscuole che hanno aderito all'iniziativa e soprattutto sono molte le società di energia, di costruttori e di tecnologie che hanno aderito all'iniziativa. Inoltre, il successo dell'iniziativa si è diffuso anche all'estero. In Spagna circa il 95% delle autoscuole che fanno parte della Federazione spagnola hanno aderito e quest'anno l'eco-patente arriverà anche in Germania. 


15/05/12

Tema: il bike sharing



Il bike sharing oramai è diventato una sana abitudine per chi vive in città, decidendo di lasciare la macchina un garage e di utilizzare al minimo i mezzi pubblici. Sempre più si sta espandendo nelle più importanti città e non solo.

Il bike sharing, letteralmente condivisione della bicicletta, è un servizio a noleggio di biciclette che possono essere utilizzate in città e che rientra a pieno in un più ampio progetto di sostenibilità ambientale.
Questo sistema consiste in alcune stazioni di bike che vengono posizionate in alcuni punti strategici delle città. Si possono utilizzare tramite un metodo meccanico e quindi con una chiave, oppure con  un metodo elettronico che prevede l'inserimento di una tessera elettronica. Quest'ultimo sistema, prevede una prima mezz'ora gratuita e poi il pagamento in base alle ore di utilizzo. Queste due diverse modalità hanno anche una diversa produzione: 
  • C’entro in bici per il sistema a chiave
  • Bicincittà per il sistema a scheda.

Chi usufruisce del servizio, deve registrarsi e poiché è un servizio a pagamento, sono stati istituiti anche degli abbonamenti annuali  o mensili. Una volta terminato l'utilizzo della bicicletta, la si può riporre in una delle tante stazioni presenti in città. Il sistema della registrazione permette una maggiore tutela delle bike da furti o danneggiamenti.

Si iniziò a parlare di bike sharing in Italia nel 2000 a Ravenna con un sistema meccanico e da lì si diffuse in tutta Italia, in particolare nel settentrione e nel centro. Ad oggi sono circa 130 i sistemi di bike sharing in Italia, ma la strada per un miglioramento e una diffusione del servizio è ancora lunga. 
Ad oggi solo Milano, con il sistema chiamato BikeMI, sembra essere quello più attivo con 128 stazioni e quasi due mila biciclette. 


14/05/12

Un tribunale per l'ambiente



Creare una corte di giustizia internazionale per i crimini ambientali. Per il momento è solo un'idea e la bozza di quello che sarà, la vedremo più nello specifico nel mesi di giungo durante la conferenza di Rio sullo sviluppo sostenibile.

Fino ad ora i crimini riguardanti l'ambiente, in particolare legati alle ecomafie, avevano evidenziato il vuoto amministrativo intorno a questo genere di reati. L'iniziativa è partita dall'ICEF, l'International court of the environment foundation, che sta cercando di convincere i paesi dell'ONU ad aderire a questa iniziativa, che sarà presentata a Rio da alcuni esponenti italiani, che stanno cercando in tutti i modi di sensibilizzare il nostro governo ad emanare direttive in tal senso. 
ICEF è un'organizzazione senza scopo di lucro con sede a Roma, che da anni si occupa di controversie in materia di diritto internazionale dell'ambiente. Il suo principale obiettivo è quello di promuovere un sistema equilibrato di un governo mondiale che possa occuparsi di materiale ambientale. Una mancanza legislativa che gli ultimi dati in materia di inquinamento e disastri ambientali hanno reso quanto mai necessario. Soprattutto per quelle situazioni in cui l'amministrazione locale non basta più, ma bisogna fare riferimento ad organi superiori e capaci di giudicare in modo permanente e specifico. 

Istituire un tribunale internazionale speciale per l'ambiente porterebbe numerosi benefici con sé. Come un nuovo approccio ai problemi ambientali, che fino ad ora sono stati considerati di secondo piano e anche avere un nuovo rapporto con l'ambiente stesso.

10/05/12

10 consigli per salvare il Pianeta



In occasione della giornata mondiale della Terra, Earth Day tenutasi il 22 aprile scorso, in molti hanno cercato di stabilire quelle pratiche e quelle azioni che possono aiutare la nostra Terra a sopravvivere. 
Sono pratiche che andrebbero seguite quotidianamente da tutti i cittadini con un importante sostegno anche da parte delle istituzioni.

Quali sono questi consigli?

  1. Piantare alberi nei propri giardini, unendo l'utilità di aiutare il pianeta e anche l'aspetto estetico della nostra casa.
  2. Il liquame e escrementi umani come fonte per produrre energia. In un paesino vicino Londra è attiva una centrale, che con questo sistema alternativo di energia riesce a riscaldare 200 case.
  3. Mezzi pubblici, con un incentivo soprattutto ai mezzi che viaggiano gratis per ridurre ancora di più il traffico cittadino.
  4. Aiutare le organizzazioni che si occupano di ambiente e quindi creare dei veri e propri fondi green.
  5. Creare e ideare prodotti di una moda green e che quindi possono essere ecologi. Addirittura a Londra è stato aperto un negozio apposito per questo tipo di vestiti.
  6. Costruire casa che abbiano un basso impatto ambientale, per poter arrivare col tempo ad un impatto zero.
  7. Da quest'ultimo dare vita a delle vere e proprie eco-città, come è successo in una città cinese in cui c'è una copertura completa di tecnologie verdi.
  8. Produzione di energia pulita in casa attraverso l'eolico o il solare e poi rivenderla.
  9. Usare l'acqua con moderazione, usando piccoli accorgimenti durante le nostre azioni quotidiane.
  10. Incentivare  e promuovere la differenziata in tutti i comuni.


Si va dai piccoli gesti che possiamo fare ogni giorni, a quelli su larga a scala, passando per quelli ancora più bizzarri e strani. Ma comunque consigli e pratiche che sono state già messe in atto e che hanno fatto un po' esperienza. Tutti hanno un unico obiettivo e dimostrano come vivere in maniera più moderata e stando attenti all'ambiente, è possibile.

08/05/12

Inquinamento sonoro e la soundscape ecology



Tra le tante tipologie di inquinamento, anche quello acustico e sonoro riferite alla natura, occupano un posto rilevante tra le cause che portano ad un'alterazione del nostro ecosistema. Rischiano infatti di portare danni per la salute e le attività umane, nonché per l'ambiente e le varie specie animali. Proprio per cercare di mantenere in constante monitoraggio questo aspetto fondamentale e fino ad ora poco esplorato ambito del nostro ecosistema, si è dato vita ad una disciplina apposita che è stata denominata Soundscape ecology.

La nuova disciplina, che ancora si trova ad uno stato iniziale, ha come scopo principale quello di rispondere ai quesiti che riguardo i suono che caratterizzano i vari sistemi naturali e che col passare del tempo iniziano ad essere non più incontaminati come una volta. Gli studiosi che si sono impegnati in questo progetto vogliono quindi preservare quel poco che rimane dei suoni della natura e ricongiungere l'uomo alla musica della natura. Quest'ultima considerata un fondamento per la comunicazione anche tra gli animali diversi tra di loro, ma che convivono nello stesso ambiente.
Innanzitutto si è voluto creare un vero e proprio glossario per questa nuova materia di studio, introducendo termini come biofonia, antrofonia e geofonia. Di certo non di uso comune, ma fondamentali se si vuol parlare di suoni della natura.

Gli studiosi stanno provvedendo alla conservazione di questi suoni, che in un futuro potrebbero essere considerati dei veri e propri fossili, traccia di ecosistemi che stanno scomparendo. Causa di tutto questo è stato l'uomo e il suo avanzamento in quei luoghi in cui poteva poteva insediarsi o comunque lasciare un segno. 

07/05/12

Alluminio in Italia, record del riciclo



Forse in Italia la raccolta differenziata non è diffusa in modo uniforme e sono ancora molte le tematiche riguardanti il riciclo che presentano delle carenze. Nonostante ciò, una buona notizia può far ben sperare il nostro paese e la sua lotta per la difesa del territorio e dell'ambiente. Secondo alcune stime, l'Italia sarebbe al terzo posto nel mondo (prima in Europa) per quanto riguarda il riciclo dell'alluminio e il 72% dell'alluminio che utilizziamo nel nostro paese deriva da materiali riciclati.

L'alluminio è forse quella materia prima che più di tutti può essere utilizzato per svariati altri materiali. Dalle lattine, alle scatole, ai fogli per conservare il cibo, ai barattoli, sono numerosi i materiali che vengono selezionati, fusi e poi trasformati in lingotti. Questi ultimi verranno rimessi sul mercato e acquistate da case di produzioni di automobili, biciclette, trasporti in generale, edilizia e anche arredamento, che a loro volta li utilizzano per altri oggetti. 
A ciò ha contribuito anche il processo di rigenerazione, con cui si estrae l'alluminio che viene mischiato nell'indifferenziata e quindi con altri materiali, generalmente umido. Un processo di selezione che attraverso un percorso un po' più lungo del precedente, porta alla formazione degli stessi lingotti di alluminio. Un metodo questo che è stato ideato dal Politecnico di Milano e che in  un certo modo fa fronte alla pigrizia o no, di quanti ancora non effettuano la raccolta differenziata. Fondamentali sono inoltre in numerosi siti di lavorazione dell'alluminio, che riescono a garantire il trattamento del materiale sul territorio italiano.


Tutto questo riciclo dell'alluminio, significa anche una minore emissione di gas serra e risparmio di energia che hanno portato l'Italia ad essere dietro nel mondo solo agli Stati Uniti e al Giappone. I dati confortanti però, devo avere anche il valore di incentivare la pratica della raccolta differenziata che nel nostro paese non ha raggiunto tutti i comuni. 

Festival di Cannes e cinema green



Tra qualche giorno inizierà il Festival di Cannes, una delle più importanti rassegne cinematografiche a livello internazionale. Quest'anno l'evento sarà caratterizzato dalla presentazione di un protocollo per un nuovo cinema sostenibile. Quindi le pellicole diventeranno green e rispetteranno l'ambiente.

Il protocollo si chiama Edison Green Movie ed è stato ideato dalla famosa società energetica italiana Edison insieme alla collaborazione di Azzero CO2, società che si occupa delle consulenze energetiche da parte di Legambiente. Il progetto è nato inseguito ad un bilancio del consumo di energie e di inquinamento che può produrre un set cinematografico e tutto ciò che sta dietro alla creazione di un film. Infatti, durante le riprese il set viene a costituirsi come una vera e propria città, in cui attori, registi e tutto il personale che sta dietro vive costantemente lì. Proprio come una città in formato ridotto ci sono dei costi e dei consumi che risultano essere molto alti.
Ciò che si propone il protocollo è quello di intervenire in ogni ambito del processo di produzione di un film, dalle cose più basilari, come la raccolta differenziata, alla diminuzione del consumo di energia elettrica. Quest'ultima è la maggiore delle cause di spreco per la produzione di un film. Nel protocollo, è stata stilata una lista di 38 di consumo diverse, su cui si deve cercare di lavorare per rendere il film a impatto zero.
Il tutto avrebbe anche un risparmio non solo per l'ambiente, ma anche in termini economici, poiché secondo alcune stime approssimative, ci sarebbe un risparmio di circa il 5%. Anche perché si verrebbe a toccare un altro punto fondamentale che è quello degli spostamenti del personale. Ridurre l'aereo a favore una maggiore mobilità con il treno.

Parlare di sostenibilità con argomenti che riguardano la produzione cinematografica può apparire strano o addirittura bizzarro. Ma stando alle cifre che hanno fornito gli esperti, il consumo e lo spreco esiste anche in questo mondo, in cui dietro le quinte si vive normalmente, appunto come in una piccola città. 
Ovviamente anche lo spettatore sarà informato sulla qualità del film che andrà a vedere. Un bollino verde indicherà il risparmio che la produzione del film ha prodotto attenendosi alle regole del nuovo protocollo ambientale.

05/05/12

Londra 2012 e il controllo dell'inquinamento


Le olimpiadi di Londra sembrerebbero essere le olimpiadi più green e più sostenibili della storia della competizione. Già nei mesi scorsi si era parlato molto di quanto Londra 2012 stesse costruendo strutture in conformità ad alcune legislative ambientali. Adesso si è diffusa la notizia di una vera e propria commissione che si occuperò di monitorare l'inquinamento dell'aria.

Questa proposta è partita da un team di scienziati dell'Università di Leincester, che ha denominato il progetto Scan City e che è stato portato avanti con il contributo e l'aiuto di numerose accademie del Regno Unito. Quello che si propone di fare è di dare vita ad un continuo monitoraggio dell'aria nei pressi delle zone in cui si svolgeranno i giochi e che nei mesi estivi saranno sottoposte ad un notevole incremento del traffico da parte dei numerosi visitatori dell'evento. Si mapperà quindi il continuo mutamento del biossido di azoto e altri fumi tossici e le modalità di diffusione. Il tutto avverrà attraverso dei sensori posti in alcuni punti strategici che mostreranno questi cambiamenti in 3D.

Il progetto è nato dalla necessità di far fronte a diverse esigenze. Innanzitutto controllare ciò che avverrà durante le olimpiadi e confrontare i risultati con i precedenti test che il team di scienziati ha già svolto. Il monitoraggio servirà anche per fornire documentazione immediata agli inglesi e non nei giorni più particolari delle olimpiadi, ma anche e soprattutto per le amministrazioni locali e le autorità, che in tal modo potranno gestire le linee del traffico più intense ed evitare danni agli individui sensibili. 

Scan City viene considerato dagli stessi scienziati e da tutti coloro che hanno supportato l'iniziativa, come un passo importante anche per il futuro, in termine di prevenzione e riduzione di emissioni nocive per l'aria. Ovviamente non è da sottovalutare l'importante apporto che daranno le innovazioni tecnologiche, che sembrano essere sempre più un punto fondamentale per la lotta all'inquinamento e la salvaguardia dell'ambiente.

02/05/12

Cambiamenti climatici, la situazione in Italia



Sono molteplici i nomi con cui può essere chiamato questo fenomeno: riscaldamento globale, siccità, cambiamento climatico o più semplicemente deserto che avanza. In ogni caso è una situazione che sta iniziando ad interessare il nostro paese, che ha visto il 2011 come uno dei periodi con maggiore siccità negli ultimi cinquant'anni e che ha costretto alcuni comuni ad apportare misure restrittive per quanto riguarda il consumo dell'acqua.

Qualche mese fa, un giornale locale della Emilia-Romagna, pubblicava in prima pagina l'allarme per l'intera regione e soprattutto metteva in guardia i cittadini sulle norme da seguire per cercare di ridimensionare l'uso dell'acqua. Le zone interessate erano e sono tutt'ora Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. Fino al 31 maggio di quest'anno, i cittadini dovranno osservare le precauzioni del caso per sprecare il meno possibile l'acqua che in questa zona si è vista drasticamente diminuire. La violazione di alcune delle regole imposte dalla protezione civile locale, le multe andranno da un minimo di 25 ad un massimo di 50 euro.

Quindi i problemi che fino a qualche tempo fa pensavamo fossero di terre lontane, sono quanto mai vicino a noi. E sembrano riguardare non solo l'Italia, ma anche alcun paesi come la Francia che in alcune regioni sta affrontando problemi che riguardano la scarsità d'acqua. Nella scorsa conferenza sul clima di Durban, sul tavolo si erano portati risultati alquanto drammatici delle condizioni che riguardano il surriscaldamento della terra e non solo il problema della siccità. Ma i provvedimenti in merito sono stati quasi nulli e di cerco la situazione non migliorerà, portando delle conseguenze anche sull'intera economia. Soprattutto se non si stabilisce un nuovo equilibrio nel rapporto tra l'uomo e la natura stessa, che negli ultimi anni è venuto a mancare.

30/04/12

Albergo a cinque foglie


Non è uno scherzo se qualcuno vi consiglia un albergo a cinque foglie verdi, anziché uno a cinque stelle. Infatti negli ultimi tempi si può e si deve scegliere un alloggio in base al suo impatto ambientale e alla sua sostenibilità. Questo è il risultato di un ambizioso progetto portato avanti da LifeGate, il network di comunicazione che si occupa di promuovere un migliore stile di vita dell'uomo nell'ambiente che lo circonda.

Con questo nuovo progetto, ogni singolo albergo o anche un'intera struttura, possono migliorare le proprie prestazioni in funzione ambientale, grazie a una valutazione che si basa su cinque settori fondamentali: acqua, energia, rifiuti, acquisti e comportamenti. Analizzando questi ambiti, vengono assegnate un determinato numero di foglie, che rispecchiano il carattere sostenibile dell'albergo. 
A tal proposito è stato creato un servizio apposito che si chiama Stay for the planet, in cui è possibile registrarsi, compilare il questionario e ricevere costantemente consigli su come migliorare il proprio albergo. Addirittura c'è uno spazio dedicato all'acquisto di materiali sostenibili, con i conseguenti fornitori e dei corsi di formazione appositi per direttori e staff. 

Tutto ciò è stato creato per rispondere all'esigenza di quelle numerose persone che anche quando sono in vacanza, cercano di rispettare e aiutare l'ambiente, nonché loro stessi. Questo può considerarsi  come un bene anche per l'albergo o la struttura, la quale migliorando piccoli dettagli, può risparmiare su numerosi aspetti, guadagnando molto anche dal punto di vista dell'immagine.

24/04/12

Tema: la raccolta differenziata



La raccolta differenziata è diventata un'abitudine quotidiana, anche se ha ancora molta strada da fare nel nostro Paese. Infatti non in tutte le città  viene svolto tale servizio e anche se le modalità di svolgimento e le finalità differiscono da regione a regione.
Ma cos'è e come si svolge? 

La raccolta differenziata è quel processo di raccolta, attraverso il quale i cittadini distinguono le varie tipologie di rifiuti che vengono poi inseriti in appositi contenitori. Questo processo fa si che si  che alcuni di essi possano riutilizzare questi stessi materiali attraverso il riciclo. In questo modo vengono apportati dei benefici sia all'ambiente, in quanto si diminuirebbe l'inquinamento e soprattutto perché si potrebbero avere dei risparmi anche in termini di energia e di materie prime.
Elemento fondamentale della raccolta differenziata è sicuramente l'uso di contenitori appositi per i vari materiali. Questi ultimi vengono divisi in:

  • carta
  • plastica
  • alluminio
  • organico
  • rifiuti di imballaggi
  • plastiche molli
  • tipi di carta non riciclabili.
Le modalità in cui viene svolta è sostanzialmente di due tipologie alle quali ne viene affiancata, negli ultimi tempi, anche una terza.
La prima è quella dei famosi contenitori o cassonetti che hanno un colore diverso in base ai materiali a cui sono destinati. A livello europeo esistono dei colori standard per tutti i Paesi dell'Unione, ma in Italia non viene seguito e la scelta dei colori è a discrezione del comune oppure dell'azienda che fornisce i contenitori.
Poi c'è il porta a porta, in cui alcuni addetti al servizio si preoccupano di effettuare un servizio a domicilio. E infine la raccolta multimateriale, in cui è possibile abbinare alcuni prodotti, per una questione di comodità, che sono poi facilmente separabili.

In molti ancora oggi fanno ancora confusione su come dividere i materiali nei vari contenitori, ed è per questo che sono sempre più diffusi materiali informativi a riguardo, sul funzionamento e le finalità di tale processo. Infatti, la raccolta differenziata sembra essere uno degli obiettivi fondamentali per le associazioni ambientali, ma anche per le amministrazioni pubbliche.

19/04/12

Protocollo di Kyoto




Abbiamo sentito parlare del protocollo di Kyoto negli ultimi tempi, sia in relazione alle notizie riguardanti i risultati per la produzione di energia solare in Italia, sia per quanto riguardava la conferenza di Durban di qualche mese fa. Bisogna adesso fare chiarezza sulla sua funzione e sui suoi obiettivi.

Il protocollo di Kyoto è un tratta in materia di riscaldamento ambientale, che venne sottoscritta da 160 nel 1997 durante la Conferenza delle parti sul clima, ovvero i paesi industrializzati che hanno aderito alla Convenzione Quadro. Ma il tratta entrò in vigore soltanto nel 2005, quando si ebbe l'adesione del 55% degli stati che avevano stipulato qualche anno prima l'accordo. L'obiettivo fondamentale che si pone il protocollo e i paesi aderenti è quello di ridurre le emissioni di CO2 o comunque di tutti quei gas che sono la causa dell'effetto serra in una percentuale che viene stabilita da ciascun paese. Viene preso come punto di riferimento le emissioni relative al 1990, considerato anno base, da rapportare inizialmente al periodo 2008-2012. Ciò che caratterizza il protocollo è una serie di meccanismi flessibili, cioè quei meccanismi che tendono a massimizzare le riduzioni a parità di investimento. Infatti una delle parti più importanti del protocollo riguarda l'utilizzo da parte dei paesi aderenti di questi meccanismi attraverso i quali acquisire crediti di emissioni: Clean Development Mechanism, Joint Implementation e Emission Trading. L'Unione Europea ha stabilito una soglia di riduzione dell'8%, mentre l'Italia si è impeganta per un 6,5%. Da questi accordi risultano fuori alcuni tra i paesi più industrializzati del pianeta, tra cui gli USA che non hanno firmato gli accordi per paura di intaccare la propria economia, così come l'Australia.

Nell'ultima conferenza di Durban c'è stata una modifica all'intero protocollo, che vede nuovi obiettivi da raggiungere nel 2020. Modifica che si è ritenuta necessaria soprattutto dopo la rilevazione dei dati che non sono stati del tutto confortanti. Infatti le emissioni di gas inquinanti sono in continuo aumento, nonostante risultati positivi che si possono registrare in alcuni paesi. Ma i singoli casi non riescono a migliorare l'intera situazione globale, soprattutto quando paesi come gli USA e la Cina e da qualche mese anche il Canada, che sono i maggiori produttori di CO2, non hanno firmato il protocollo.