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29/12/11

Salviamo l'ambiente con un'app.


L'educazione all'ambiente è un aspetto fondamentale, che il più delle volte si cerca di imprimere e di tramandare sin da piccoli. Giochi e attività legate alle tematiche ambientali e alla loro prevenzione, il più delle volte vengono costantemente introdotte nelle scuole, partendo da una sensibilizzazione dal basso, dai più piccoli.
Ma col passare del tempo, alcune esigenze sono cambiate. E per venire incontro a tutto questo, e grazie alle nuove tecnologie, molto del lavoro di informazione e di sensibilizzazione è cambiato.

Nascono così le applicazioni, o le app come i gli smanettoni amano definirle, che sono tutte e sempre più green. In principio erano solo applicazioni per l'iPhone, ma inseguito anche Android si è attrezzato.
Con l'iPhone, infatti si possono scaricare vari applicazioni che permettono di aiutare nella raccolta differenziata e che forniscono informazioni utili per l'ambiente e la prevenzione. Ma la particolarità di alcune di esse è che, anche se non riguardano direttamente l'ambiente, servono in ogni caso a ridurre il consumo di carta, come ad esempio GreenCard che permette di creare dei biglietti da visita virtuali, anziché di carta, oppure ACTPrinter che permette di inviare file direttamente dal proprio telefono al computer. Queste iniziative riguardano anche lo svago dei più piccoli. Infatti da qualche tempo è disponibile un gioco per iPhone che permette di insegnare ai più piccoli a fare la differenziata. Il protagoonista del gioco è Messer Viro, e bisogna aiutarlo a fare la scelta giusta nel momento di gettare i rifiuti.
Android di certo non è stato a guardare. Recentemente è stata stilata una classifica delle applicazioni che il sistema operativo mobile di Google ha ideato negli ultimi tempi. E di certo non mancano: un dizionario dei rifiuti, elenchi di mezzi pubblici che rispettano l'ambiente e informazioni varie per i consumatori, che possono tenere sotto controllo anche la qualità dell'aria.

Si può parlare quindi di un'informazione pervasiva, che di giorno in giorno riesce a raggiungere tutti gli strati della società, in qualsiasi forma e contenuto. Anche se spesso in molti si chiedono se tutto questo possa avere veramente un effetto sulla sensibilità delle persone. Le basi ci sono tutte e continuano ogni giorno a migliorare, ma gli effetti si potranno vedere solo nel tempo.

18/12/11

Tema: noi e l'ambiente






Forse quello che più di ogni altra cosa bisognerebbe dire ai cittadini è che anche loro, nel loro piccolo posso aiutare l'ambiente. Quando si parla di aiutare l'ambiente con le energie rinnovabili, non ci si riferisce solo alle grandi aziende e ad imprese statali. Ma negli ultimi tempi, grandi organizzazioni in campo green cercano di puntare soprattutto sul privato, sul singolo cittadino. Certamente non risolveranno il problema ambientale da soli, ma potranno aiutare ad incrementare in qualche modo la produzione di CO2, evitando di sprecare energia inutile.

Cosa si vorrebbe chiedere ai cittadini? Mettere a disposizione la propria casa, il loro tetto nello specifico, come fonte di produzione di energia.
Una delle società più importanti in questo settore, ha cercato una strategia alternativa. Si tratta di Enerventi, che da anni progetta impianti fotovoltaici sia per le imprese che per i privati. Il suo ambizioso progetto è quello di impiantare degli impianti fotovoltaici sulle abitazioni dei privati, attraverso la tecnica del comodato d'uso. Si affittano i tetti delle case per l'impianto e gli “affittuari” avranno degli sconti che potrebbero arrivare fino al 50%, il tutto con una durata di 20 anni. Dopodiché, l'impianto può rimanere agli stessi proprietari del tetto, oppure essere restituiti.
Il progetto si basa sugli incentivi che l'azienda di energia può ottenere. Fino ad ora è stato attuato soltanto in alcune regioni del sud, Marche e Puglia, con una buona adesione da parte dei cittadini e si sta aspettando in via libera anche per la Sicilia e la Sardegna.
Ovviamente la scelta iniziale di queste regioni non è casuale. Si è voluto iniziare proprio dal sud, soprattutto per la posizione molto più favorita da sole, rispetto al resto d'Italia. Anche se non sono escluse possibilità di espandere il progetto anche nelle regioni del nord, dove però in molto sono scettici per quanto riguarda gli incentivi da parte delle banche.

Scetticismi a parte, i buoni presupposti ci sono, viste anche le numerose adesioni. Ma aldilà dei numeri, bisogna porre l'attenzione sulla presa di coscienza dei cittadini che dimostrano di non essere diffidenti a queste tematiche. Infatti, non si tratta soltanto di risparmiare qualche euro sulla propria bolletta, ma si va ben oltre. Offrire la propria cosa, come una sorta di piccola centrale elettrica, significa dare inizio ad una piccola rivoluzione che parte proprio dal basso.

16/12/11

Durban, chiusura e fallimento



Qualche settimana fa avevamo scritto dell'apertura dei lavori alla conferenza di Durban, la tanto citata CO17, che quest'anno si è tenuta in Sud Africa. Domenica 11 dicembre si sono chiusi i lavori, con due giorni di proroga rispetto al programma iniziale. Ma dopo quindici giorni di discussioni e di confronto, i risultati hanno delusi non solo gli ambientalisti, ma anche coloro che si aspettavano un vero e proprio cambiamento dopo la conferenza. Vediamo nel dettaglio cos'è successo in questi giorni.

I presupposti sembravano dei migliori: raggiungere entro il 2015 gli accordi del protocollo di Kyoto, aiutare i paesi più vulnerabili, ridurre le emissioni di CO2 in particolare dai paesi più industrializzati, stabilire degli accordi per quanto riguarda il Fondo Verde per il Clima. Alcuni di questi punti sono stati affrontati in modo molto superficiale, nonostante l'urgenza che era stata chiesta dagli ambientalisti e dai paesi più in difficoltà.

Per quanto riguarda il protocollo di Kyoto, è stato creato un protocollo 2 di Kyoto in cui non prenderanno parte Stati Uniti, Brasile, India e Cina. Nel nuovo protocollo si dovranno raggiungere nuovi accordi entro il 2015 che saranno attuati addirittura nel 2020. Anche se da quest'accordo mancavano ancora le adesioni di paesi come il Canada, il Giappone e la Russia. Proprio in questi ultimi giorni, il Canada ha annunciato il ritiro dal protocollo per alcuni ritardi nella presentazione dell'adesione alle condizioni dei nuovi accordi. Quindi tutto il nord-america si trova fuori dal nuovo protocollo di Kyoto.

Le poche certezze si hanno avuto per quanto riguarda il fondo monetario comune, in cui si è stabilito che i paesi che hanno sottoscritto l'accordo, verseranno 100mila dollari ogni anno fino al 2020. Ma oltre questo il nulla.

In molti hanno definito questi quindici giorni come un completo fallimento, in cui non è uscita nessuna certezza. Né riguardo i paesi più poveri e più soggetti ai cambiamenti climatici, né riguardo le emissioni di CO2. Si sono creati solo ipotetici accordi a lungo termine e gli ambientalisti si chiedono, cosa possa succedere nel frattempo.

11/12/11

Tema: l'Italia e le energie rinnovabili



Le energie alternative, rappresenterebbero il miglior modo che il nostro paese ha per far fronte al fabbisogno energetico e soprattutto il modo migliore per preservare l'ambiente. Quello di oggi e quello delle generazioni future.

È noto come l'Italia sia in una posizione favorevole geograficamente per poter sfruttare questo tipo di energie. Abbiamo i mari, la montagna, il sole per gran parte dell'anno e di conseguenza anche un buon clima. Ma nonostante questo, ci troviamo indietro rispetto ad alcuni paesi per quanto riguarda le rinnovabili.
Addirittura nei mesi scorsi si era chiesto a noi italiani di votare pro o contro il nucleare, ma il voto contrario è stato quanto mai schiacciate. A dimostrazione di come in Italia ci sia la volontà di incentivare e di sfruttare al meglio le energie in nostro possesso, ma spesso non le si usano al meglio. Ciò è dovuta anche una questione di legislazione, che ancora oggi non permette una giusta distribuzione delle energie rinnovabile e soprattutto non ha stabilito fondi adeguati per la loro attuazione

È abbastanza noto come negli anni precedenti, l'Italia avesse investito moltissimo sulle rinnovabili, in particolare prima degli anni '60. Ma col passare del tempo, le richieste di energia sono aumentate e spesso non si riesce a soddisfare i bisogni dell'intera popolazione. Un aspetto positivo in tutta questa situazione c'è. Infatti, mentre inizialmente venivano usati in larga misura impianti di produzione idroelettrico, col passare degli anni sono stati aggiunti anche altri sistemi, come eolico, fotovoltaico e combustione da biomassa. Questo ha fatto dell'Italia uno dei paesi che riesce a produrre una buona percentuale dell'intero fabbisogno energetico, anche se facciamo ancora largo riferimento ai paesi confinanti per quanto riguarda l'energia. Le regioni che producono di più nel nostro paese sono la Lombardia e il Trentino Alto Adige, che riescono a raggiungere in media il 15% del fabbisogno nazionale. Mentre le altre regioni sono al di sotto del 10%.

Nonostante ciò però in molti non vedono le rinnovabili come una possibile soluzione. Molti sostengono che spesso ci sia discordanza tra le fonti rinnovabili e i principi di sostenibilità. Come nel caso dell'utilizzo di alcune dighe, che ha scatenato le ire degli ambientalisti. Le polemiche sono insorte anche intorno agli accumulatori di energia, che in ogni caso vengono prodotti con materiali inquinanti.
In tutto questo non bisogna dimenticare che in Italia, moltissimi cittadini hanno iniziati ad impiantare sistemi di energia rinnovabili nelle proprie abitazioni. Questo fatto denota come non solo si possa ridurre l'intero consumo di energia generale, ma anche di come gli italiani siano sensibili a questa tematica e cercano di fare la loro parte.

04/12/11

Tema: L'Ambiente che ci circonda

L'ambiente che circonda soffre. Lo si vede dal cambiamento climatico, anche un po' da come sono cambiate alcune nostre piccoli abitudini quotidiane. Gli avvertimenti da parte di molti associazioni e da parte di organismi internazionali, sono moltissime per cercare di prevenire i danni per noi oggi e per le generazioni future.

Si cerca di dimezzare l'uso di pesticidi, di sostanze inquinanti per cercare di preservare il terreno agricolo, ma anche per poter usufruire di cibo sano e genuino, che al giorno d'oggi sembra sempre di più un miraggio.


Incentivare la popolazione nella raccolta differenziata. Ma spesso questo provvedimento viene ostacolato dalle istituzioni stesse, in particolare se sono delle istituzioni locali. Attuare la raccolta differenziata concerne dei costi, a volte molto elevati e spesso si considera questo tema come un qualcosa di secondario o addirittura di inutile. Sono pochi i cittadini che decidono in tutta autonomia a portare avanti la separazione dei rifiuti se non c'è un supporto da parte di un'istituzione.

Queste sono tematiche più alla portata di tutti, più semplici e che un po' tutti possono contribuire ad incentivare. Ma ci sono altre tematiche ben più grandi, su cui i cittadini possono fare ben poco, se non esprimere la loro opinione, come ad esempio le energie rinnovabili. Negli ultimi mesi se n'è discusso molto, in particolare per l'introduzione nel nostro paese del nucleare, che ci permetterebbe di avere un'autosufficienza energetica senza appellarci ai paesi vicini. Ma gli italiani hanno detto no, reduci dal lontano referendum di vent'anni fa e soprattutto dall'ultima tragedia avvenuta in Giappone.

Quello che chiedono gli italiani è infatti di poter attuare energie rinnovabili e alternative, di cui il nostro paese potrebbe usufruire vista la posizione geografica e la conformità del territorio. Per rinnovabili si intende energie quali il fotovoltaico, l'eolico, il solare. Certo impianti per la loro attuazione hanno costi molto elevati, ma di certo non superiori a quelli che potrebbero essere i costi del nucleare. Ed è per questo che molte associazioni alzano la voce e puntano il dito contro quelle istituzioni che da sempre hanno sostenuto il nucleare e continuano a farlo.

Un primo passo di una cittadinanza consapevole, che conosce i rischi e i pericoli di determinati atteggiamenti. Appunto una consapevolezza che rappresenta un piccolo passo avanti per la salvaguardia del nostro territorio e dell'ambiente.

02/12/11

Sostenibilità e sviluppo sostenibile. Facciamo il punto.





I concetti di sostenibilità e di sviluppo sostenibile forse sono meno trattati rispetto agli altri grandi argomenti riferito all'ambiente e alla green economy e di conseguenza sono poco conosciuti. Ma è fondamentale il loro apporto al giorno d'oggi, per numerosissime aziende che intendono agire verso una salvaguardia non solo economica, ma anche sociale ed ambientale.

Si iniziò a parlare di sviluppo sostenibile nel 1972, dove in una conferenza dell'ONU a Stoccolma, si concentrò l'attenzione non solo su questioni sociali, ma a queste si volle affiancare un tema fondamentale come quello dell'ambiente. Preservare l'ambiente per il presente, ma anche e soprattutto per le generazioni future.

Nel 1987, viene stilato il rapporto Brundtland dalla Commissione mondiale sull'ambiente e lo sviluppo, che sancisce il concetto di sviluppo sostenibile. Famosissima la definizione che ne venne data e che è rimasta alla base di questo concetto: “Lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni.
Nel '92, con la conferenza di Rio de Janeiro, vennero confermati i contributi di Stoccolma, con l'aggiunta di nuovi elementi, come l'innovazione tecnologie e la minimizzazione delle materie prime.
Fino agli anni 2000, con il VI piano d'azione dell'Unione Europea, che si impegna a raggiungere alcuni obiettivi nel 2010. tali obiettivi sono, il cambiamento climatico, preservare la natura e la biodiversità, l'ambiente e la salute e l'uso sostenibile delle risorse naturali e la gestione dei rifiuti.
Rientra in quest'elenco anche il protocollo di Kyoto del 1997.

Tutto questo percorso per giungere ad uno sviluppo durevole, che possa garantire un futuro migliore alle generazioni prossime. La peculiarità di tutto ciò sta appunto nel conciliare l'aspetto ambientale con l'aspetto sociale. Integrare povertà, diritti umani e salute, con la conservazione delle risorse naturali e dell'intero ecosistema. Il tutto con un apporta anche da parte dell'economia, in cui questi due sistemi si intreccerebbero. Ed è proprio da qui che si inizia a parlare di sostenibilità, in senso forte distinguendo il termine dal precedente sviluppo sostenibile. Anche se quest'ultimo aspetto è quello che più è stato sottoposto a critiche da parte dei più illustri economisti del nostro tempo, che considerano il tutto un'enorme contraddizione.